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La bella villa liberty di viale San Francesco all'angolo con via monsignor Marongiu fu ideata dall'ingegner Marogna ed il proprietario fu Pietrino Sisini che era uno degli otto figli della ricca famiglia Sisini di Sorso. Pietrino scelse l'ingegner Marogna non a caso, visto che era suo parente di parte materna; il papà di Pietro, che si chiamava Andrea, il cui busto troneggia ancora oggi al cimitero di Sorso, aveva infatti sposato in seconde nozze Nicoletta Marogna, figlia di un notaio.
Pietro Sisini era il fratello di Francesco Sisini che fu uno dei grandi imprenditori della Sassari di inizio '900 ed era anche lo zio di Giorgio Sisini che, incredibile a dirsi, inventò la “Settimana Enigmistica” nel 1932.
Pietrino, all'anagrafe Pietro Paolo, dopo aver sposato Aurelia Frassetto di Sennori, fece erigere la villa nel 1913 sul lotto comprato come “dote” per la figlia dal suocero Antonio Frassetto che dal 1885 possedeva anche altri 2000mq a fianco, proprio all'uscita di porta Rosello, cioè all'inizio di viale San Francesco (il cui nome originario era viale Cappuccini). Antonio Frassetto era un imprenditore piuttosto benestante che amava accontentare le figlie, dall'altro lato della strada, infatti, all'angolo tra viale Caprera e viale San Francesco, comprò il terreno per costruirvi casa anche la sorella di Aurelia, Amelia Frassetto, col marito Guiscardo Tavolara, presumibilmente sempre con un qualche intervento ed i soldini di buon anima di papà Antonio Frassetto; anche questi ultimi eressero una meravigliosa villa liberty, che oggi a differenza della villa Sisini non esiste più. All'epoca, del resto, era comune che componenti della stessa famiglia cercassero di rimanere vicini, che due sorelle avessero entrambe una villa era di certo meno comune.
Pietrino Sisini si laureò in farmacia nel 1888, “quando le medicine si preparavano a mano”, come mi disse la nipote, scrisse in gioventù sui giornali locali ed era un uomo affabile. La coppia Sisini-Frassetto ebbe tre figli, due maschi ed una femmina, uno dei tre, però, morì a 10 anni e Pietro, molto segnato, per il dolore decise, ogni qual volta era richiesta una cravatta, di indossarla nera. Interessante a sapersi, dagli annali storici di metà anni '30, emerge che Pietrino Sisini era catalogato tra i migliori farmacisti d'Italia poiché, proprio in società col figlio, realizzava e commercializzava un cosiddetto "antigameto" contro la malaria. Come ebbe a riferirmi il figlioccio di Cresima, il figlio di Pietro, con lui in società, si chiamava Aldo e sposò la signora Maria Teresa che in tanti a Sassari conobbero come raffinata maestra di pianoforte, quest'ultima si chiamava Serra, ma per tutti era maestra Sisini, dal nome del marito.
Dopo aver fatto chiudere la torretta, che prima era a balcone per poter godere della vista libera sino a Porto Torres, nella villa vissero assieme Pietro e Aurelia, il figlio Aldo con la moglie (loro non ebbero prole), la figlia col marito (e i figli di questi finché furono piccoli). Anziano e vedovo, in estate Pietrino passeggiava sino a piazza Tola, poi il pomeriggio sedeva sul muretto fuori la villa a salutare i passanti, scherzando con quelli più giovani di lui che si lamentavano per il caldo mentre arrancavano risalendo viale san Francesco e a cui diceva "... e io che ho novant'anni cosa dovrei fare allora!?".
Morì quasi centenario nel 1963, ma la sua villa è ancora con noi.
Morì quasi centenario nel 1963, ma la sua villa è ancora con noi.
Nello scatto di famiglia del ‘52, Pietro è il signore anziano a sinistra (con la sua cravatta nera). Il bell’uomo in piedi coi baffi è Giorgio Sisini, l’inventore della “Settimana Enigmistica”, figlio, come detto, del fratello di Pietrino, seduto al suo fianco (Francesco). Il signore con occhiali in piedi al lato sinistro è il figlio di Pietro, Aldo Sisini, al cui fianco si intravede la moglie e maestra di pianoforte. La giovane all'estrema sinistra in altro è signora Aurelia, che porta il nome della nonna moglie di Pietro e con cui ho avuto il piacere di parlare. La signora si chiama Castiglia perché la figlia femmina di Pietro e Aurelia ha sposato il professor Castiglia.
Villa Sisini così come appariva negli anni '20, quando era possibile ammirarla da viale Umberto; dato che le cosiddette "Case dei mutilati" vennero erette un paio di decenni dopo, nessuna costruzione si frapponeva verso viale San Francesco. La torretta, si noti, era ancora aperta. Più tardi verrà chiusa quando il nucleo familiare degli abitanti si allargò e si eseguirono alcuni lavori di ampliamento delle volumetrie nella parte posteriore.
*** Questa ricerca storica ha richiesto impegno e tempo. Per scopi divulgativi si può riprodurne in parte il testo, citando obbligatoriamente me ed il mio blog come fonte (anche qualora ne cambiassi le parole utilizzandone però le informazioni). Per scopi commerciali (libri, pubblicazioni etc.) è necessario chiedermi preventivamente anche il permesso. Grazie per la lettura. ***